Risarcimento danni

Seguono alcuni esempi di responsabilità civile da fatto illecito e conseguente diritto al risarcimento danni:

  • diffamazione a mezzo stampa o anche non a mezzo stampa: atteso che la tutela civile (risarcimento dei danni) è talvolta considerata più efficace e diretta di quella penale;
  • violazione dei diritti della personalità: ossia di quei diritti soggettivi assoluti che spettano alla persona in quanto tale, quali, ad esempio, il diritto alla vita e all’integrità fisica, il diritto alla salute, il diritto al nome, il diritto all’immagine, il diritto a manifestare liberamente il proprio pensiero;
  • cose in custodia: come nel caso dell’ente proprietario di una strada per i danni provocati dalla non corretta manutenzione della strada;
  • circolazione stradale dei veicoli: anche per ciò che attiene alle lesioni personali ed alla morte del danneggiato in via diretta ed ai danni subiti dai suoi prossimi congiunti e/o eredi;
  • proprietari di animali
  • proprietari di edifici
  • padroni e committenti per i danni arrecati dai loro domestici e commessi
  • genitori per i danni causati dai figli minori

Domande/Risposte in tema di responsabilità civile e risarcimento danni

Di seguito sono riportate le risposte ad alcuni degli interrogativi sollevati dai nostri clienti.

  • Quando si può chiedere il risarcimento di un danno
    Può chiedere il risarcimento di un danno chi, in conseguenza del comportamento colposo o volontario di un altro soggetto non giustificato da una norma che consente o impone quel comportamento, subisce un danno ingiusto. Non sempre, però, è facile provare un danno, per quanto riguarda sia l’esistenza, che l’ammontare. Questa difficoltà riguarda tanto il danno patrimoniale, ossia la perdita economica e/o il mancato guadagno subiti, quanto il danno non patrimoniale, ossia quelli che normalmente vengono indicati come danno biologico (la lesione psicofisica della salute), danno morale (la sofferenza interiore) e danno esistenziale (la lesione delle attività realizzatrici della persona).
  • Come ci si può difendere dalla diffamazione
    La diffamazione è un reato e, come tale, ha rilevanza penale. Spesso, però, si ritiene che l’azione civile di risarcimento danni, proprio perché mira a colpire il patrimonio e la capacità economica dell’autore dell’illecito, sia più incisiva. Senza contare, poi, che in sede penale la diffamazione può essere punita soltanto a querela da presentare entro tre mesi, mentre in sede civile l’azione si prescrive in cinque anni.
  • Quando si può chiedere il risarcimento dei danni per diffamazione
    Il risarcimento dei danni per diffamazione può essere invocato quando, in conseguenza della lesione dell’onore e della reputazione della persona, questa subisce un danno ingiusto, che sia conseguenza diretta dell’altrui comportamento lesivo, danno che normalmente è soltanto di natura non patrimoniale.
  • La diffamazione deve essere per forza a mezzo stampa
    Per quanto quella a mezzo stampa (compresi i social network) costituisca l’ipotesi più frequente di diffamazione, quest’ultima in realtà è ravvisabile anche al di fuori di tale ipotesi, così ad esempio quando taluno offende l’onore e la reputazione di una persona assente parlando almeno con altre due persone.
  • Si può diffamare una società
    Anche una società può essere diffamata, dovendosi in questo caso più che altro avere riguardo alla sua immagine.
  • I parenti di chi ha subito delle lesioni in un incidente stradale possono chiedere il risarcimento dei danni
    Più che dai parenti, il risarcimento può essere chiesto dai conviventi della persona che abbia subito delle lesioni personali o che sia deceduta in conseguenza di un incidente stradale e da coloro che con quest’ultimo hanno o avevano una relazione particolarmente intensa: figure, queste, che normalmente (ma non sempre) comunque coincidono con i familiari più stretti.

Nell’ambito della responsabilità civile da fatto illecito, la nostra attività può essere svolta in sede tanto stragiudiziale quanto giudiziale, sia nei gradi di merito (Tribunale e Corte di Appello) che in Cassazione, in quest’ultimo caso dall’avv. Vittorio Schino, il nostro avvocato cassazionista.

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