Contratto in generale

Il contratto consiste nell’accordo tra due o più parti per costituire, regolare o estinguere tra loro un rapporto giuridico patrimoniale e, nei limiti in ogni caso di quanto previsto dalla legge, il suo contenuto può essere liberamente stabilito dalle parti. Queste, inoltre, possono anche concludere contratti che non appartengono ai tipi previsti dalla legge, purché siano diretti a realizzare interessi meritevoli di tutela secondo l’ordinamento giuridico.

I requisiti essenziali del contratto sono: l’accordo delle parti, la causa, l’oggetto e la forma, nel senso -quanto a quest’ultima- che vi sono dei contratti per i quali una determinata forma è prescritta dalla legge a pena di nullità.

Nell’interpretazione del contratto (da effettuarsi sempre secondo buona fede) non bisogna limitarsi semplicemente al senso letterale delle parole, ma si deve valutare quale sia stata la comune intenzione delle parti, a tale fine tenendo conto del loro comportamento complessivo anche successivo alla conclusione del contratto.

Il contratto ha forza di legge tra le parti, non può essere sciolto se non per mutuo consenso o per le altre cause ammesse dalla legge (ad es., recesso e risoluzione per inadempimento), non produce effetto rispetto ai terzi salvo che nei casi previsti dalla legge e deve eseguito con buona fede.

Al momento della conclusione del contratto ciascuna parte può riservarsi la facoltà di nominare in un secondo momento la persona che deve acquistare i diritti e assumere gli obblighi derivanti dal contratto stesso.

Ciascuna parte può sostituire a sé un terzo nei rapporti derivanti da un contratto con prestazioni corrispettive, se queste non sono state ancora eseguite, purché l’altra parte via acconsenta. È valida, inoltre, la stipulazione del contratto in favore di un terzo, qualora lo stipulante vi abbia interesse.

Domande/Risposte sul contratto in generale

Alcune delle problematiche più frequentemente sollevate dai nostri clienti con riferimento alla materia contrattuale in generale, escluse dunque quelle relative alle singole tipologie contrattuali ed ai rimedi in caso di invalidità o inadempimento del contratto, riportate invece nelle ulteriori pagine di questa sezione, attengono alla penale e alla caparra confirmatoria, al termine per l’esecuzione del contratto, alla forma del contratto. Di seguito, pertanto, riportiamo le risposte a taluni di questi interrogativi.

  • Che succede se non rispetto il termine del contratto
    Bisogna distinguere a seconda che il termine sia “essenziale” o “semplice”: nel caso di termine “essenziale” la relativa scadenza determina la risoluzione di diritto del contratto con efficacia automatica, mentre nel caso di termine “semplice” la relativa scadenza non incide sulla efficacia del contratto, limitandosi a legittimare la parte che era pronta ad adempiere alla sua obbligazione nel rispetto del termine a costituire in mora l’altra parte affinché, entro un determinato nuovo termine, questa adempia alla sua obbligazione, pena, in mancanza, la risoluzione di diritto del contratto.
  • Che differenza c’è tra penale e caparra confirmatoria
    La penale è la clausola contenuta nel contratto con la quale si stabilisce che, in caso di inadempimento o di ritardo nell’adempimento, una delle parti è tenuta ad una prestazione già predeterminata nel contratto stesso. La caparra confirmatoria, invece, consiste normalmente in una somma di denaro che una parte (di solito, l’acquirente) corrisponde all’altra a conferma della serietà dell’impegno assunto e, anche, a titolo di acconto sul prezzo: con la conseguenza che, nell’ipotesi in cui chi ha ricevuto la caparra si renda inadempiente, dovrà restituire il doppio della somma ricevuta, mentre, se inadempiente è chi ha dato la caparra, l’altro contraente potrà recedere dal contratto e trattenere la caparra ricevuta.
  • La penale di un contratto può essere ridotta
    La clausola penale può essere diminuita dal Giudice se l’obbligazione principale è stata eseguita in parte o se l’ammontare della clausola penale è manifestamente eccessivo.
  • Per essere valido il contratto deve essere scritto
    Il contratto è valido anche se non è redatto in forma scritta, a meno che questa non sia espressamente richiesta dalla legge, come per esempio per i contratti aventi ad oggetto beni immobili.
  • Il contratto deve essere registrato
    Devono essere obbligatoriamente registrati entro un dato termine dalla relativa sottoscrizione soltanto i contratti per i quali tale obbligo è espressamente previsto dalla legge, come ad es. per quelli di compravendita o di locazione di immobili. Altri contratti, invece, devono essere registrati soltanto in caso di uso, ossia di deposito presso una Pubblica Amministrazione, come ad esempio quelli relativi ad operazioni soggette ad IVA se formati mediante scrittura privata non autenticata, ad esclusione in ogni caso di quelli aventi ad oggetto la cessione e locazione di immobili, che -come detto- devono sempre essere registrati.

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Novità giurisprudenziali

  • 31.05.2022 – Cassazione civile – sez. II – ordinanza n. 17568/2022 – Il contratto frutto di una condotta estorsiva è “virtualmente” nullo – Il contratto stipulato per effetto diretto del reato di estorsione è affetto da nullità virtuale, rilevabile d’ufficio in ogni stato e grado del giudizio, ai sensi dell’art. 1418, comma 1, c.c., per violazione di una norma imperativa posta a tutela di un interesse pubblico.
  • 17.05.2022 – Cassazione civile – sez. III – ordinanza n. 15839/2022 – Restituzione in dell’immobile locato – Il conduttore, quando restituisce la cosa locata, è esonerato dalle conseguenze derivanti dal deterioramento o dal consumo della cosa stessa, qualora siano riconducibili al suo uso conforme al contratto; tuttavia, le parti ben possono regolare in modo diverso, nell’ambito del sinallagma tra loro specificamente concordato, gli effetti della condizione in cui versa il bene al momento della riconsegna.
  • 16.05.2022 – Cassazione civile – sez. II – ordinanza n. 15495/2022 – È invalida la nota di trascrizione recante errori che inducano incertezza sugli elementi del rapporto cui essa si riferisce – In tema di trascrizione, ai sensi dell’art. 2665 c.c. l’omessa indicazione dei dati catastali degli immobili – e a fortiori l’indicazione di dati non corretti – determina l’invalidità della relativa nota di trascrizione solo se induca incertezza sui soggetti, sui beni o sul rapporto cui essa inerisce e sempre che non sia consentito individuare, senza possibilità di equivoci, gli elementi essenziali del contratto.
  • 15.04.2022 – Cassazione civile – sez. III – ordinanza n. 12384/2022 – Il divieto del conduttore di effettuare innovazioni nell’uso della cosa locata – L’obbligo del conduttore di osservare, nell’uso della cosa locata, la diligenza del buon padre di famiglia, a norma dell’art. 1587 c.c., n. 1), con il conseguente divieto di effettuare innovazioni che ne mutino la destinazione e la natura, è sempre operante nel corso della locazione, indipendentemente dall’altro obbligo, sancito dall’art. 1590 c.c., di restituire, al termine del rapporto, la cosa locata nello stesso stato in cui è stata consegnata
  • 08.04.2022 – Cassazione civile – sez. II – ordinanza n. 11443/2022 – Il diritto alla provvigione del mediatore immobiliare – In tema di mediazione, il diritto alla provvigione sorge tutte le volte in cui la conclusione dell’affare sia in rapporto causale con l’attività intermediatrice, che sussiste quando il mediatore abbia messo in relazione le parti, sì da realizzare l’antecedente indispensabile per pervenire alla conclusione del contratto, secondo i principi della causalità adeguata.
  • 06.04.2022 – Cassazione civile – sez. II – ordinanza n. 11126/2022 – Ritardo da parte del venditore nella consegna della merce: gli oneri dell’acquirente in caso di lesione del proprio patrimonio – Nel contratto di vendita, fuori dei casi di cui all’art. 1518 c.c., in caso di ritardo da parte del venditore nella consegna della merce è onere dell’acquirente provare di aver subito un’effettiva lesione del proprio patrimonio per la perdita di valore del bene ovvero per aver perso l’occasione di venderlo a prezzo conveniente o per aver sofferto altre situazioni pregiudizievoli, con valutazione rimessa al giudice del merito, che può al riguardo avvalersi di presunzioni, anche sulla base di elementi indiziari allegati dallo stesso danneggiato.
  • 14.02.2022 – Cassazione civile – sez. II – sentenza n. 4714/2022  – La risoluzione dle contratto preliminare – In tema di risoluzione di un contratto, il trasferimento, la costituzione o l’estinzione di diritti reali immobiliari, è soggetta al requisito della forma scritta ad substantiam, non soltanto quando il contratto da risolvere sia definitivo, ma anche quando si tratti di contratto preliminare, in quanto anche il contratto preliminare incide, in via mediata, su diritti reali immobiliari, con la conseguenza che anche il contratto solutorio, sciogliendo le parti dagli obblighi assunti con il contratto definitivo, impedisce il verificarsi degli effetti previsti dal contratto definitivo.
  • 09.02.2022 – Cassazione civile – sez. II – ordinanza n. 4076/2022 – Vizi e responsabilità dell’appaltatore nel contratto di appalto – L’appaltatore risponde delle difformità e dei vizi dell’opera soltanto se essi concernono le prestazioni specificamente previste nel contratto di appalto.
  • 23.12.2021 – Cassazione civile – ordinanza n. 41438/2022 – Il litisconsorzio necessario del falsus procurator  – Il rappresentante senza potere è parte necessaria del giudizio diretto a fare dichiarare nei confronti del terzo l’inefficacia del negozio da lui concluso.
  • 12.07.2021 – Cassazione Civile – sez. II – ordinanza n. 19801/21 – Il diritto al doppio della caparra confirmatoria si perde solo se emerge un’univoca volontà abdicativa del creditore – In tema di caparra confirmatoria, nel caso in cui la parte inadempiente restituisca la somma versatale a titolo di caparra dall’altra parte contrattuale non viene meno il diritto della parte adempiente a pretendere il doppio della caparra, da far valere, ove non emerga in senso contrario un’univoca volontà abdicativa del suo diritto da parte del creditore, mediante l’esercizio del recesso, anche con la proposizione di apposita domanda giudiziale in caso di mancata conformazione spontanea dell’inadempiente al relativo obbligo.
  • 09.07.2021 – Cassazione Civile – sez. I – ordinanza n. 19569/21 – Reciproche domande di risoluzione del contratto ed impossibilità di esecuzione – In tema di contratto preliminare, il giudice che, in presenza di reciproche domande di risoluzione fondate da ciascuna parte sugli adempimenti dell’altra, accerti l’inesistenza di singoli specifici addebiti, non potendo pronunciare la risoluzione per colpa di talune di esse, deve dare atto dell’impossibilità dell’esecuzione del contratto per effetto della scelta di entrambi i contraenti e decidere di conseguenza quanto agli effetti risolutori di cui all’art. 1458 c.c..
  • 06.07.2021 – Cassazione Civile – sez. I – ordinanza n. 19044/21 – Pronto a comprare l’appartamento, ma l’indisponibilità del terrazzo fa saltare l’affare: da restituire il doppio della caparra – Condannato il proprietario dell’immobile: dovrà versare il doppio della caparra al compratore rimasto a bocca asciutta. Fondamentale un dettaglio: la delibera condominiale con cui si è stabilito che dal terrazzo andava rimosso il gazebo per sostituirlo con uno stenditoio.
  • 05.03.2021 – Cassazione Civile – sez. VI – 3, ordinanza n. 6191/21 – L’irregolarità urbanistica non determina l’invalidità del contratto preliminare – La sanzione della nullità prevista dall’art. 40 della l n. 47/1985 non trova applicazione nei confronti del preliminare di vendita poiché dalla circostanza che successivamente al contratto preliminare può intervenire la concessione in sanatoria degli abusi edilizi commessi o essere prodotta la dichiarazione prevista dalla stessa norma, ove si tratti di immobili costruiti anteriormente al 1° settembre 1967. Di conseguenza, in queste ipotesi, si può dar luogo alla pronunzia di sentenza ex art. 2932 c.c. per il definitivo.
  • 09.02.2021 – Cassazione Civile – sez. VI – ordinanza n. 3009/21 – Gli sposi possono non pagare il pranzo nuziale se insoddisfatti del banchetto – Confermato il no al decreto ingiuntivo a cui ha fatto ricorso il ristoratore per ottenere dagli sposi 3mila e 500 euro. Decisiva la constatazione che non è stato provato l’esatto adempimento da parte del ristoratore. Ciò rende giustificato il mancato pagamento da parte degli sposi.
  • 22.12.2020 – Cassazione, seconda sezione civile, sentenza n. 29248/2020 – Compravendita – Immobile alienato: negozio inefficace se c’è stata la rinnovazione dell’originaria trascrizione della domanda giudiziale – La previsione di cui all’ultimo comma dell’art. 2668-bis c.c., il quale prevede che, se al tempo della rinnovazione della trascrizione della domanda giudiziale gli immobili a cui si riferisce il titolo risultano dai registri delle trascrizioni passati agli eredi o aventi causa di colui contro il quale venne eseguita la formalità, la rinnovazione deve essere fatta anche nei confronti degli eredi o aventi causa, deve essere interpretata nel senso che la trascrizione rinnovata deve essere eseguita nei confronti dell’attuale titolare del bene, essendo superflua nei confronti degli eredi o degli aventi causa che nelle more abbiano già alienato i beni interessati dalla formalità, purché emerga, anche dal contenuto della nota di trascrizione, la volontà di procedere in tal modo alla rinnovazione dell’originaria trascrizione.
  • 07.12.2020 – Cassazione, seconda sezione civile, ordinanza n. 27955/2020 – Locazione – Sulla risoluzione del contratto di locazione per morosità del conduttore – In tema di contratto di locazione, ai fini dell’emissione della richiesta pronunzia costitutiva di risoluzione del contratto per morosità del conduttore il giudice deve valutare la gravità dell’inadempimento di quest’ultimo anche alla stregua del suo comportamento successivo alla proposizione della domanda.
  • 23.11.2020 – Cassazione, seconda sezione civile, ordinanza n. 26558/2020 – Compravendita – Scoperta dell’irregolarità urbanistica a pochi giorni dal rogito: conseguenze – In caso di irregolarità urbanistica di manufatti qualificabili come pertinenze dell’immobile oggetto di contratto di compravendita immobiliare, occorre valutare se tale difformità possa essere considerata parziale e quindi non preclusiva della possibilità di procedere con la richiesta della sentenza ex art. 2932 c.c. Solo in caso contrario, potrà essere richiesta la risoluzione del contratto per inadempimento.
  • 20.10.2020 – Cassazione, seconda sezione civile, ordinanza n. 22860/2020 – Locazione – Il comportamento del conduttore che arreca molestia ai vicini è motivo di inadempimento contrattuale – La condotta del conduttore è motivo di abuso di bene locato, se rinviene da atti molesti volti a recare danno agli altri abitanti dello stabile. E’ oltremodo ravvisabile l’inadempimento contrattuale qualora, anche in assenza di modificazione di fatto dell’immobile o cambio della destinazione d’uso, l’utilizzo possa comunque pregiudicare il valore dell’immobile stesso, ciò in applicazione dell’art. 1587 c.c.
  • 14.10.2020 – Cassazione, seconda sezione civile, ordinanza n. 22146/2020 – Compravendita – Beni non conformi: la scelta della riparazione non preclude la richiesta giudiziale di risoluzione del contratto – In tema di vendita di beni di consumo affetti da vizio di conformità, ove l’acquirente abbia inizialmente richiesto la riparazione del bene, non è preclusa la possibilità di agire per la risoluzione del contratto, ove sia scaduto il termine ritenuto congruo per la riparazione, senza che il venditore vi abbia tempestivamente provveduto, ovvero se la stessa abbia arrecato un notevole inconveniente.
  • 13.10.2020 – Cassazione, terza sezione civile, sentenza n. 22126/2020 – Simulazione del contratto – La simulazione può essere provata con una controdichiarazione scritta – In tema di prova della simulazione nei rapporti tra parti, se il negozio è stato redatto per iscritto vale la regola generale della limitazione dell’ammissibilità delle prove testimoniali, onde la prova può essere data soltanto in base a controdichiarazioni scritte.
  • 05.10.2020 – Cassazione, seconda sezione civile, sentenza n. 21262/2020 – Compravendita – La domanda di restituzione del doppio della caparra contiene anche quella di restituzione semplice – L’istanza di restituzione della caparra in favore del promittente acquirente deve ritenersi inclusa nella già svolta domanda, dal medesimo formulata, di restituzione del doppio della caparra stessa nell’ambito di controversia definita con il rigetto della domanda risolutoria del promittente acquirente, ma con accertamento di impossibilità sopravvenuta di trasferimento del bene oggetto di preliminare di vendita e, conseguentemente, con affermazione del carattere di indebito assunto dalla medesima caparra.
  • 29.09.2020 – Cassazione, seconda sezione civile, sentenza n. 20526/2020 – Trasferimento di immobile – La sentenza di trasferimento immobiliare non è preclusa dalla difformità catastale soggettiva dell’edificio – l giudice investito di una domanda ex art. 2932 c.c. di esecuzione in forma specifica dell’obbligo di concludere un contratto di trasferimento immobiliare di un fabbricato già esistente, non è tenuto a verificarne la conformità catastale soggettiva.
  • 13.08.2020 – Cassazione, seconda sezione civile, sentenza n. 17123/2020 – Compravendita – La mancata consegna del certificato di abitabilità dell’immobile venduto non configura una vendita di aliud pro alio –Nella vendita di immobili destinati ad abitazione, il certificato di abitabilità costituisce requisito giuridico essenziale ai fini del legittimo godimento del bene e della commerciabilità dello stesso, ma la mancata consegna da parte del venditore configura un mero inadempimento.
  • 14/09/2016 – Cassazione civile sez. VI 14 settembre 2016 n. 17990 In caso di sentenza costitutiva ex art. 2932 c.c. riferita a bene immobile, i requisiti richiesti dall’art. 29 della legge n. 52 del 1985, appaiono essenziali e finalizzati a garantire la certezza del trasferimento, pertanto, pur non essendo essenziale l’indicazione nel corpo della sentenza, è essenziale che l’accertamento dei requisiti prescritti venga effettuata nel corso del giudizio. Per conseguenza diretta, l’eccezione processuale deve essere volta ad accertare il corretto adempimento e non la mancata menzione nel corpo della sentenza impugnata.
  • 13/09/2016 – Cassazione civile sez. un. 13 settembre 2016 n. 17989 Le obbligazioni pecuniarie da adempiersi al domicilio del creditore, secondo il disposto dell’art. 1182, terzo comma, c.c., sono – agli effetti sia della mora ex art. 1219, comma secondo, n. 3, c.c., sia della determinazione del forum destinatae solutionis ai sensi dell’art. 20, ultima parte, c.p.c. – esclusivamente quelle liquide, delle quali, cioè, il titolo determini l’ammontare, oppure indichi i criteri per determinarlo senza lasciare alcun margine di scelta discrezionale, e i presupposti della liquidità sono accertati dal giudice, ai fini della competenza, allo stato degli atti secondo quanto dispone l’art. 38, ultimo comma, c.p.c..
  • 02/08/2016 – Cassazione civile sez. III 02 agosto 2016 n. 16042 Il vizio di rescissione per lesione, ex art. 1448 c.c., è un vizio genetico del contratto a tutela dell’equilibrio tra le prestazioni, rispetto al quale rileva innanzitutto il valore delle prestazioni al tempo della conclusione dello stesso. Di conseguenza, tutte le pattuizioni che concernono il prezzo sono essenziali ai fini della determinazione del valore della prestazione e, insieme, ai fini dell’accertamento in ordine all’esistenza della sproporzione ultra dimidium, mentre resta irrilevante il profilo dell’esecuzione del contratto. Qualora, come nella specie di contratti stipulati per la erogazione di prestazioni sanitarie presso strutture private, il contratto preveda regimi tariffari differenziati in ragione del rientro delle prestazioni entro determinati volumi di attività e dell’eccedenza rispetto a questi volumi massimi, con abbattimenti progressivi della remunerazione, la prospettazione attorea di una lesione ultra dimidium che prescinda dall’insieme delle modalità di determinazione del prezzo è di per sé idonea ad escludere la sussistenza della prova, a carico dell’attore, in ordine alla lesione prospettata.
  • 26/07/2016 – Cassazione civile sez. II 26 luglio 2016 n. 15461 Ove nel giudizio di primo grado sia stata proposta ab initio domanda di adempimento del contratto e, successivamente, l’attore abbia, nel corso dello stesso grado del giudizio, modificato la domanda iniziale -ai sensi dell’art. 1453 secondo comma c.c. – per sostituirvi la domanda di risoluzione del contratto senza tuttavia avanzare domanda di restituzione delle prestazioni effettuate, al giudice d’appello è preclusa, ai sensi dell’art. 345 c.p.c., la possibilità di prendere in esame la domanda restitutoria avanzata per la prima volta in grado di appello, trattandosi di domanda nuova, inammissibile nel giudizio di gravame.
  • 08/09/2015 – Cassazione civile sez. II 08 settembre 2015 n. 11748 L’intimazione, da parte del creditore, della diffida ad adempiere di cui all’art. 1454 c.c. e l’utile decorso del termine fissato per l’adempimento non eliminano la necessità, ai sensi dell’art. 1455 c.c., dell’accertamento giudiziale della gravità dell’inadempimento da effettuare secondo un criterio che tenga conto sia dell’elemento oggettivo della mancata prestazione nel quadro dell’economia generale del negozio, sia degli aspetti soggettivi rilevabili tramite una indagine unitaria sul comportamento del debitore e sull’interesse del creditore all’esatto adempimento.
  • 07/09/2015 – Cassazione civile sez. VI 07 settembre 2015 n. 17731 L’apprezzamento del giudice del merito concernente l’eccessività dell’importo fissato con la clausola penale dalle parti contraenti, nonché la misura della riduzione equitativa dell’importo medesimo, si sottrae al sindacato di legittimità se correttamente fondato, a norma dell’art. 1384 c.c., sulla valutazione dell’interesse del creditore all’adempimento alla data di stipulazione del contratto, considerate anche l’effettiva incidenza dell’adempimento sull’equilibrio delle prestazioni e sulla concreta situazione contrattuale, indipendentemente da una rigida ed esclusiva correlazione con l’effettiva entità del danno subito.
  • 03/09/2015 – Cassazione civile sez. VI 03 settembre 2015 n. 17581 Nel ricostruire la volontà delle parti, non ci si può limitare al senso letterale delle parole, ma occorre fare riferimento alla comune volontà delle parti stesse, quale emerge dal complesso dell’atto e dalla natura dell’affare a cui accede (nella specie, la Corte ha ritenuto legittima l’interpretazione estensiva del rischio assicurato in ragione della natura dei lavori oggetto di polizza).
  • 06/07/2015 – Cassazione civile sez. I 06 luglio 2015 n. 13888 Nell’esercizio dell’autonomia contrattuale, le parti possono dar vita, con un solo atto, a diversi e distinti contratti, i quali, pur conservando l’individualità propria di ciascun tipo negoziale e rimanendo sottoposti alla relativa disciplina, sono tra loro collegati funzionalmente e in rapporto di reciproca interdipendenza, in modo che le vicende dell’uno si ripercuotano sugli altri, condizionandone la validità e l’efficacia. Ne consegue che, ai sensi dell’art. 1419 cod. civ., la nullità parziale di uno dei contratti o quella di singole clausole importa la nullità, rilevabile d’ufficio, dell’intero contratto, senza che le parti, che non abbiano mostrato interesse – dandovi esecuzione – a mantenere in vita l’altro contratto, siano tenute ad allegare la situazione di interdipendenza funzionale tra i singoli rapporti. (Nella specie, la S.C. ha confermato la sentenza di merito dichiarativa della nullità di due contratti collegati, l’uno concernente una compravendita, asseritamente simulato, e l’altro un mutuo ipotecario, così disattendendo il rilievo per cui l’invalidità avrebbe potuto essere dichiarata solo con riferimento a quest’ultimo, unico investito dal gravame).
  • 06/03/2015 – Obbligazioni e contratti, preliminare e compromesso, Cass., SS. UU., 06/03/2015 n. 4628 In presenza di contrattazione preliminare relativa a compravendita immobiliare che sia scandita in due fasi, con la previsione di stipula di un contratto preliminare successiva alla conclusione di un primo accordo, il giudice di merito deve preliminarmente verificare se tale accordo costituisca già esso stesso contratto preliminare valido e suscettibile di conseguire effetti ex art. 1351 e 2932 c.c., ovvero anche soltanto effetti obbligatori ma con esclusione dell’esecuzione in forma specifica in caso di inadempimento. Riterrà produttivo di effetti l’accordo denominato come preliminare con il quale i contraenti si obblighino alla successiva stipula di un altro contratto preliminare, soltanto qualora emerga la configurabilità dell’interesse delle parti a una formazione progressiva del contratto basata sulla differenziazione dei contenuti negoziali e sia identificabile la più ristretta area del regolamento di interessi coperta dal vincolo negoziale originato dal primo preliminare. La violazione di tale accordo, in quanto contraria a buona fede, potrà dar luogo a responsabilità per la mancata conclusione del contratto stipulando, da qualificarsi di natura contrattuale per la rottura del rapporto obbligatorio assunto nella fase precontrattuale.
  • 05/03/2015 – Obbligazioni e contratti, contratto atipico, Cass. civ., sez. VI, 05/03/2015 n. 4533 Il contratto atipico di mantenimento è caratterizzato dall’aleatorietà, addirittura più accentuata rispetto al contratto di rendita vitalizia configurato dall’art. 1372 c.c., in quanto le prestazioni non sono predeterminate nel loro ammontare, ma variano, giorno per giorno, secondo i bisogni (nella specie, la Corte ha confermato la decisone dei giudici del merito che avevano ritenuto nullo il contratto per mancanza di alea, in quanto in considerazione della ragionevole probabilità sulle ridotte possibilità di sopravvivenza dei vitaliziati, dell’entità economica di quanto trasferito dagli stessi in rapporto alle modeste prestazioni che gli stessi avrebbero ricevuto dai vitalizianti, doveva escludersi l’elemento dell’alea).
  • 16/02/2015 – Obbligazioni e contratti, preliminare e compromesso, Cass. civ., sez. I, 16/02/2015 n. 3029 In caso di preliminare di vendita non trovano applicazione le norme sulla garanzia della cosa venduta, – norme che hanno come loro presupposto l’avvenuto trasferimento della proprietà del bene -, in quanto il contratto è caratterizzato dalla mancanza dell’effetto traslativo. Prima della stipula dell’atto definitivo, la presenza di vizi nella cosa consegnata abilita il promissario acquirente – senza che sia necessario il rispetto del termine di decadenza di cui all’art. 1495 c.c. per la denuncia dei vizi della cosa venduta – ad opporre la exceptio inadimpleti contractus al promittente venditore che gli chieda di aderire alla stipulazione del contratto definitivo e di pagare contestualmente il saldo del prezzo, e lo abilita, altresì, a chiedere, in via alternativa, la risoluzione del preliminare per inadempimento del promittente venditore, ovvero la condanna di quest’ultimo ad eliminare a proprie spese i vizi della cosa.
  • 09/02/2015 – Obbligazioni e contratti, interpretazione del contratto, Cass. civ., sez. II, 09/02/2015 n. 2424 Il giudice, nell’accertare il ruolo, il rilievo e l’efficacia di una scrittura privata, è tenuto ad identificare, alla luce dei canoni interpretativi di cui agli artt. 1362 ss. c.c., l’assetto di interessi che le parti hanno inteso rappresentare, anche al fine di verificare se la ricostruzione dell’assetto di interessi voluto dalle parti consenta di identificare un autonomo programma negoziale (la Corte si è così pronunciata nell’ambito di una controversia in merito ad una clausola inserita in scrittura privata con cui un soggetto aveva trasferito al fratello un terreno precedentemente aggiudicato all’asta pubblica in relazione al quale il soggetto acquirente non aveva corrisposto le somme pattuite).
  • 05/02/2015 – Obbligazioni e contratti, conclusione del contratto, cass. civ., sez. III. 05/02/2015 n. 2070 Ai fini dell’individuazione del luogo di pervenimento della corrispondenza all’indirizzo del destinatario agli effetti dell’art. 1335 c.c., quando costui abbia stipulato con l’ente postale un contratto per il trattenimento della corrispondenza presso una casella postale, presso la quale possa ritirarla, l’ufficio del luogo di destinazione della corrispondenza presso il quale l’ente postale, una volta pervenutagli la corrispondenza, ne rileva la riferibilità al destinatario e da corso all’attività diretta ad inserirla nella casella si identifica – anche se la casella sia allocata presso altro ufficio del medesimo luogo per il ritiro – come indirizzo di pervenimento del destinatario, giacché l’attività a tanto diretta dell’ente postale è compiuta per conto del destinatario in forza della convenzione di ricezione tramite casella e come tale, essendo a quest’ultimo riferibile implica che la corrispondenza si debba considerare pervenuta in un luogo che è di sua pertinenza e che per sua scelta si identifica come suo indirizzo (fattispecie relativa alla domanda di convalida di sfratto per finita locazione proposta da una società nei confronti di una banca a seguito di disdetta inviata presso la casella postale detenuta dall’istituto).
  • 18/07/2014 – Condizione del contratto – Avveramento – Cass. civ., sez. III, 18/07/2014 n. 16501 Ai fini dell’operatività della fictio di avveramento di cui all’art. 1359 c.c., l’esistenza di un interesse contrario all’avveramento della condizione non va valutata in termini astratti o facendo riferimento al solo momento della conclusione del contratto, ma valorizzando il dato dell’effettivo interesse delle parti all’epoca in cui si è verificato il fatto o comportamento che ha reso impossibile l’avveramento della condizione.
  • 11/07/2014 – Contratto – Vizio del consenso – Cass. civ., sez. I, 11/07/2014 n. 16004 Il dolo che è causa di annullamento del contratto (nella specie, di cessione delle quote di una società di capitali) può consistere anche in dichiarazioni menzognere (c.d. mendacio), in quanto tali potenzialmente idonee ad integrare raggiri, tanto più rilevanti quanto maggiore è l’affidabilità intrinseca degli atti utilizzati (come quelli contabili destinati a rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria di una società), qualora rese da una parte con la deliberata finalità di offrire una rappresentazione alterata della veridicità dei presupposti di fatto rilevanti per la determinazione del prezzo di cessione delle quote sociali e di viziare nell’altra parte il processo formativo della volontà negoziale. La valutazione della idoneità di tale comportamento a coartare la volontà del deceptus è riservata al giudice del merito, il quale è tenuto a motivare specificamente in ordine alle concrete circostanze – la cui prova è a carico del deceptor – dalle quali desumere che l’altra parte già conosceva o poteva rendersi conto ictu oculi dell’inganno perpetrato nei suoi confronti.
  • 23/06/2014 – Contratto – In genere – Intepretazione – Cass. civ., sez. III, 23/06/2014 n. 14206 In tema di interpretazione del contratto, ai fini della ricerca della comune intenzione dei contraenti, il primo e principale strumento è rappresentato dal senso letterale delle parole e delle espressioni utilizzate, con la conseguente preclusione del ricorso ad altri criteri interpretativi, quando la comune volontà delle parti emerga in modo certo ed immediato dalle espressioni adoperate e sia talmente chiara da escludere la ricerca di una volontà diversa. Con la precisazione che il rilievo da assegnare alla formulazione letterale va verificato alla luce dell’intero contesto contrattuale, considerando le singole clausole in correlazione tra loro a norma dell’art. 1363 c.c..
  • 29/01/2014 – OBBLIGAZIONI E CONTRATTI – In genere – Cassazione civile sez. III 29 gennaio 2014 n. 1980 Ai fini della sussistenza del requisito della forma scritta nei contratti non occorre che la volontà negoziale sia manifestata dai contraenti contestualmente e in un unico documento, dovendosi ritenere il contratto perfezionato anche qualora le sottoscrizioni siano contenute in documenti diversi, anche cronologicamente distinti, qualora, sulla base di una valutazione rimessa al giudice di merito, si accerti che il secondo documento è inscindibilmente collegato al primo, sì da evidenziare inequivocabilmente la formazione dell’accordo.
  • 21/01/2014 – OBBLIGAZIONI E CONTRATTI – Buona fede nell’esecuzione del contratto – Cassazione civile sez. II 21 gennaio 2014 n. 1179 In tema di contratto che abbia ad oggetto una prestazione finalizzata alla sostituzione di una parte di un’autovettura che, differentemente dagli accordi presi con la controparte, sia difforme da quella originale (nella specie era stata installata una portiera pertinente ad un modello della medesima autovettura non più in produzione, poi adattata dal carrozziere) l’onere di provare che tale operazione sia stata preventivamente autorizzata da parte del proprietario spetta alla controparte. Qualora ciò non accada, la parte che ha subito il danno dev’essere risarcita in quanto è stata posta in essere una lesione del principio di buona fede dell’esecuzione del contratto ex art. 1375 c.c.
  • 14/01/2014 – OBBLIGAZIONI E CONTRATTI – Trattative e responsabilità precontrattuale – Cassazione civile sez. II 14 gennaio 2014 n. 629 Nel periodo tra la sottoscrizione del contratto preliminare e la data convenuta per la stipula del rogito definitivo, le parti hanno l’obbligo di comportarsi secondo buona fede e correttezza e, conseguentemente, sono tenute a comunicare all’altra parte qualsiasi circostanza impediva alla definizione dell’affare. Il promittente acquirente ha dunque il dovere di richiedere alla controparte la documentazione necessaria alla conclusione dell’affare e, nel caso in cui non sia intenzionato ad addivenire al rogito, è tenuto a manifestare questa sua volontà.
  • 08/01/2014 – OBBLIGAZIONI E CONTRATTI – Risoluzione del contratto per inadempimento – eccezione di inadempimento – Cassazione civile sez. II 08 gennaio 2014 n. 153 In tema di contratti con prestazioni corrispettive, ove venga proposta dalla parte l’eccezione “inadimplenti non est adimplendum”, il giudice deve procedere ad una valutazione comparativa degli opposti adempimenti, avuto riguardo anche alla loro proporzionalità rispetto alla funzione economico-sociale del contratto e alla loro rispettiva incidenza sull’equilibrio sinallagmatico, sulle posizioni delle parti e sugli interessi delle stesse. Per cui qualora rilevi che l’inadempimento della parte nei cui confronti è opposta l’eccezione non è grave ovvero assume scarsa importanza in relazione all’interesse dell’altra parte a norma dell’art 1455 c.c., deve ritenere che il rifiuto di quest’ultima di adempiere la propria obbligazione non sia in buona fede e, quindi, non sia giustificato ai sensi dell’art 1460, comma 2, c.c.
  • 27/03/2013 – Appalto I vizi della merce facilmente riscontrabili escludono il diritto al risarcimento. I clienti si lamentano della scarsa qualità della merce, ma i vizi erano riscontrabili attraverso una semplice ispezione delle confezioni: la società committente non ha diritto ad alcun risarcimento.
  • 22/03/2013 – Mandato Gli eredi del mandante hanno diritto alla rendicontazione della gestione compiuta dal mandatario
  • 30/01/2013 – OBBLIGAZIONI – ADEMPIMENTO DEL TERZO – EFFICACIA – OPPOSIZIONE DEL DEBITORE – RIFIUTO DEL CREDITORE – RILEVANZA – CONDIZIONI L’adempimento del terzo è efficace, qualora né l’opposizione del debitore, né il rifiuto del creditore, siano giustificabili alla luce del principio di correttezza.
  • 24/01/2013 – Compravendita Stante l’esistenza di un vincolo di destinazione in funzione della regolazione della viabilità urbana, le nuove costruzioni devono essere dotate di parcheggi annessi: nullità della clausola contrattuale diversa.

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